Buona Pasqua!

Buona Pasqua!

Carissimi parrocchiani,
già un anno è passato ed ho ancora negli occhi e nel cuore la chiesa desolatamente deserta del giorno di Pasqua 2020. Quest’anno, pur con alcune limitazioni, avremo la possibilità di celebrare insieme il mistero pasquale, mistero centrale della nostra fede. Avremo la possibilità di far risuonare l’annuncio che fonda la nostra speranza: Cristo è risorto. E la gioia è grande.
Vorremmo che la gioia di questo annuncio potesse esplodere nel cuore di ciascuno di noi, per riempirlo del dono pasquale della sua pace.
Allo stesso tempo, però, percepiamo tutta la fatica e la stanchezza di questo tempo, fatto di speranze e di incertezze, di slanci e di delusioni, di fermate e ripartenze. Nei nostri incontri, spesso brevi e fugaci, facciamo quasi fatica a rispondere alla domanda più semplice: “Come va?” e sentiamo che sale dentro di noi un semplice: “viviamo alla giornata”.
Ma che cosa significa questo alla luce della Pasqua che vogliamo celebrare?
Spesso nel linguaggio comune il vivere alla giornata si identifica con “non pensarci troppo”, oppure “è inutile fare programmi” e porta con sé un senso di impotenza e rassegnazione. Ma c’è anche nella bibbia un’esperienza che ci parla del vivere alla giornata come un riscoprire la forza della fiducia.
AI popolo d’Israele nel cammino dei 40 anni del deserto viene dato un cibo particolare per sostenere il suo cammino: la manna. La caratteristica di quel cibo misterioso è che non si può accumulare, dura solo un giorno. Chi tenta di conservarlo lo trova imputridito e inutilizzabile. Il Signore invita il popolo alla fiducia. Ogni giorno avrà di che sfamarsi. Ogni giorno il dono di Dio accompagnerà il cammino di quel popolo.
È così, proseguendo il cammino, l’angoscia e la paura si trasformano in fiducia e nuovo slancio.
Vivere alla giornata o dare valore ad ogni giorno?
Alla luce della Pasqua di Risurrezione giunge a noi un invito: “Non abbiate paura”. Agli orecchi dei discepoli disorientati, alle donne impaurite al sepolcro viene rivolto questo invito potente. Nasce una consapevolezza: c’è un futuro da guardare non con paura, ma come spazio donato alla vita. Esso diventa allo stesso tempo una missione: Presto, andate a dire: “È risorto dai morti e vi precede … Questo annuncio è sorgente di comunione e condivisione per vincere ogni solitudine.
Mi viene in mente il pensiero di un figlio che di fronte alla morte del proprio genitore mi confidava: “Pensavo di avere ancora tanto tempo per dirgli le cose che avevo nel cuore, ma come in un lampo questo tempo mi è stato tolto. Quanti giorni, quanti momenti sprecati senza rendersi conto che dobbiamo dare significato ad ogni attimo che ci è dato, perché esso è una grazia.”
Spesso è la paura che ci blocca, la Pasqua è un invito a dare fiducia alla vita che ogni giorno rinasce come dono. In virtù del Cristo risorto essa è più forte anche della morte.
Lasciamo risuonare le parole della fede dell’apostolo Paolo: “Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui.” E ancora: “come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.”
In un salmo (Sal 90,12) troviamo una bella espressione: Insegnaci, Signore, a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio.
Contare i nostri giorni è la capacità di dare valore infinito ad ognuno di essi, anche quelli vissuti in questo tempo di pandemia, il cuore saggio è quello che sa dare fiducia alla vita perché essa è dono che sempre ci sorprende. Facciamo nostra, ogni giorno, questa invocazione,
L’annuncio di speranza della Pasqua non si limita alla celebrazione di un giorno, ma è forza che guida la vita di ogni singolo giorno. Ci insegna a contare, con gli occhi delle fede, i nostri giorni ed avere, ogni giorno, un cuore un po’ più saggio.
Per questo auguro a tutti voi e alle vostre famiglie, anche a nome degli altri sacerdoti e di tutti i collaboratori della parrocchia, una Santa Pasqua piena di gioia e speranza e la pace del Signore risorto abiti i vostri cuori.

don Sergio